Approfondisci la novella

Definita come genere letterario nel Trecento grazie al Decameron di Giovanni Boccaccio, la novella dà spazio a narrazioni molto diverse tra loro che condividono, tuttavia, alcune caratteristiche formali.   

Che cos’è la novella?

La novella è una narrazione breve di una vicenda frutto di immaginazione. L’origine stessa della parola novella, che viene dall’aggettivo latino novellus, diminutivo di novus, fa riferimento alla “novità” e alla “originalità” dei fatti narrati.

 

Quali sono le caratteristiche della novella?

La novella è un genere letterario dai confini molto ampi, dentro i quali trovano posto storie molto diverse tra loro. Spesso è difficile distinguerla dalla fiaba e dalla favola – con le quali condivide la nascita orale e il carattere popolare – e presenta diversi elementi di contatto con l’exemplum medievale e con il romanzo.

Per prima cosa, dunque, è necessario fissare alcuni punti fermi per identificare questo genere rispetto alle altre forme letterarie.

  • È una narrazione breve, concentrata intorno a un unico tema e che dunque presenta uno sviluppo semplice e unitario: queste caratteristiche distinguono la novella dal romanzo.
  • È, di norma, un testo in prosa: questo la distingue dalla favola, anche se esistono novelle scritte in versi e favole in prosa.
  • A differenza della fiaba e della favola, ha per protagonisti esseri umani, inseriti in un contesto verosimile (anche se non necessariamente storico) e in una ambientazione realistica: la brevità del testo limita tuttavia l’approfondimento psicologico e la complessità dei protagonisti e delle protagoniste. Talvolta possono essere presenti tratti fantastici, ma anche questi vengono presentati in una cornice di realtà. Il realismo della novella permette a chi legge una forte immedesimazione con i personaggi, che spesso sono persone comuni.
  • In origine è perlopiù caratterizzata da un registro stilistico medio-basso, coerente con la sua genesi orale e funzionale al realismo e al processo di immedesimazione sopra citati.
  • Ha una funzione di intrattenimento: questa caratteristica la distingue dall’exemplum (vedi sotto) e dalla favola, che intendono invece fornire degli insegnamenti. Di conseguenza, la narrazione è sempre vivace, caratterizzata da un intreccio avventuroso o da battute di spirito.

 

Come è nato e come si è evoluto questo genere?

Dall’exemplum al Decameron

La novella deriva con tutta probabilità dall’exemplum, una forma di narrazione breve dallo scopo prevalentemente educativo.

Prima di assumere le caratteristiche che abbiamo descritto nel paragrafo precedente, attraversa una fase di evoluzione di cui è espressione, ad esempio, la raccolta del Novellino, un’opera anonima del XIII secolo nella quale converge una vasta tradizione novellistica precedente. In questa raccolta si alternano racconti dall’intento educativo ancora riconducibili all’exemplum, ma anche forme ormai compiute di novella, con caratteristiche come personaggi più numerosi e caratterizzati, maggiore attenzione ai dettagli, dialoghi e battute di spirito che concludono la narrazione.

A definire la novella come genere letterario sarà, verso la metà del Trecento, il Decameron di Giovanni Boccaccio (1313-1375): in quest’opera una compagnia di dieci giovani, costretta a rimanere chiusa in una villa di campagna per scampare a un’epidemia di peste, trascorre il tempo raccontando novelle: dieci novelle al giorno per dieci giorni.

Le novelle del Decameron nascono subito per iscritto e sono attribuite a un unico autore ben noto, invece che essere raccolte da una varia e vasta tradizione popolare orale come accadeva in passato. Di conseguenza, la loro struttura è più elaborata e l’opera che le raccoglie è più unitaria: prevede infatti una cornice narrativa (la vicenda dei giovani e delle giovani che narrano le novelle) e una disposizione ben precisa per argomento (ogni giornata è dedicata ad un tema in particolare); infine presenta un maggiore approfondimento sia nell’analisi psicologica dei personaggi che nella descrizione degli ambienti.

 

Dai Canterbury tales a Pirandello

In seguito al grande successo del Decameron, la novella si diffonde in tutta Europa.

Tra il 1387 e il 1400 in Inghilterra Geoffrey Chaucer scrive i Canterbury tales, una raccolta di novelle complete di cornice: l’autore immagina che a narrarle sia un gruppo di pellegrini che organizza una gara di racconti mentre da Londra si reca in visita all’abbazia di Canterbury.

La novella godrà poi di un rinnovato interesse nell’Ottocento: il realismo, cioè il desiderio – tipico di quest’epoca – di descrivere la realtà per come e davvero, dà nuova linfa al genere, che si presta a creare tranches de vie, cioè “pezzi di vita”: racconti brevi, concentrati su un tema, e fortemente realistici, come quelli di Guy de Maupassant (1850-1893) o di Giovanni Verga (1840-1922).

Tra i grandi autori di novelle del Novecento citiamo Luigi Pirandello (1867-1936). Nel XX secolo la novella fa spazio al racconto: mentre la prima era maggiormente attenta allo sviluppo della trama, il secondo si concentra invece sull’approfondimento psicologico dei personaggi.

Oggi si tende a distinguere i due generi in questo modo:

  • racconto, in contrapposizione a romanzo, è qualsiasi forma di narrazione breve contemporanea nata per iscritto;
  • novelle sono i testi classici composti tra il XIII e il XIX secolo.
 

Metti bene a fuoco i concetti fondamentali del genere con il video La novella in 4 passi, poi mettiti alla prova con il test interattivo.

Durata dell'attività: 10 minuti

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