Approfondisci la narrativa realistica

Scegliere la realtà come materia di indagine e studio, elevandola così da semplice sfondo della vicenda a protagonista della storia: è quanto fanno autrici e autori di narrativa realistica, un genere che si sviluppo nel XIX secolo e che ancora oggi riscuote grande successo tra lettrici e lettori di tutto il mondo.   

Che cos’è la narrativa realistica?

Secondo una prima, semplice definizione, il realismo è la tendenza delle opere letterarie a raccontare avvenimenti e personaggi verosimili inseriti in un contesto reale, senza ricorrere a elementi soprannaturali o magici. Forme embrionali di realismo erano già presenti in narrazioni molto antiche, come la commedia greca e latina che rappresentava il mondo nel quale viveva il suo pubblico: una realtà semplice e quotidiana, fatta di avvenimenti comuni e talvolta anche cronologicamente ben connotati, in cui i protagonisti e le protagoniste affrontavano problemi della vita di ogni giorno, come il denaro, l’amore, le relazioni con i genitori, la guerra tra Atene e Sparta. È tuttavia nell’Ottocento che l’interesse per la realtà raggiunge il suo apice e che nasce una narrativa realistica vera e propria.

 

Come nasce il genere realistico?

Nel XVIII secolo, in corrispondenza con la Rivoluzione industriale, si afferma una nuova classe sociale, la borghesia, che crede fermamente nel valore della vita materiale e nella possibilità di governare natura e realtà secondo le necessità e gli interessi umani. La letteratura scopre un nuovo modo – meno schematico, più problematico, più profondo – di guardare al mondo circostante. Si inaugura così un vero e proprio movimento letterario, il Realismo, che continuerà a dare sostanza alla letteratura dall’Ottocento ai giorni nostri.

In quest’epoca, la realtà smette di essere solo una parte del racconto per diventarne addirittura la protagonista, tanto quanto i personaggi che si muovono al suo interno. La realtà, allora, non viene solo descritta, ma diventa oggetto di studio: analizzarla a fondo e comprenderla diventa lo scopo ultimo della letteratura, che si pone come strumento di indagine scientifica delle relazioni che corrono tra ceti sociali, tra individuo e individuo e tra individui e società.

Il francese Honoré de Balzac (1799-1850), tra i massimi esponenti del realismo, affermava che «[L’oggetto del racconto] non saranno fatti immaginari, sarà quello che avviene dovunque». Ciò non significa, ovviamente, che la letteratura è diventata cronaca, cioè che può parlare solo di fatti realmente accaduti: ma essa racconta vicende che potrebbero accadere ovunque, cercando di capirne le dinamiche, le cause e gli effetti sui singoli e sulla collettività. Il tempo e lo spazio descritti possono essere corredati da precisi riferimenti geografici (toponimi, Stati, continenti, ecc.) e cronologici (date precise ricorrenze, ecc.).

Per rappresentare la realtà è necessaria una forma adeguata, in grado di analizzarne le diverse sfumature: la narrativa realistica ottocentesca, dunque, che molto spesso si sofferma su personaggi di bassa estrazione sociale, lavora anche sull’utilizzo di un linguaggio mimetico, che imiti cioè il vero modo di parlare: sarà quindi molto frequente trovare al suo interno un registro colloquiale o addirittura popolare.

Gli interventi della voce narrante sono ridotti al minimo. Si tratta di una voce narrante prevalentemente nascosta e impersonale, che cerca di rendersi il più possibile invisibile e lascia parlare esclusivamente l’evidenza dei fatti, privilegiando talvolta il punto di vista dei personaggi.

 

Chi sono i principali autori e le principali autrici del realismo?

Le opere maggiori del realismo si collocano nel XIX secolo, l’epoca in cui abbiamo detto che il genere si definì con caratteri specifici.

Il Naturalismo e il realismo francese Tra i fondatori del realismo c’è il francese Honoré de Balzac (1799-1859), che ne La commedia umana, un insieme monumentale di scritti che comprendeva 137 opere, descrisse in modo analitico la società, i comportamenti e la mentalità della sua epoca. Emile Zola (1840-1902), autore dei romanzi Teresa Raquin (1867), L’ammazzatoio (1877), Nanà (1880) e Germinal (1885), fu uno dei massimi esponenti del Naturalismo, una corrente del realismo che puntava a rappresentare la realtà, e in particolare i comportamenti degli esseri umani, con sguardo obiettivo e rigore scientifico, secondo le suggestioni del Positivismo, una corrente filosofica che vedeva l’uomo non più come creatura superiore e privilegiata al centro del mondo, bensì sottoposta alle leggi della natura come gli altri animali. Nel suo saggio Il romanzo sperimentale, Zola afferma:

Se il terreno proprio del medico sperimentale e il corpo dell’uomo nei fenomeni dei suoi organi, in condizioni normali e patologiche, il terreno proprio di noi romanzieri naturalisti e ugualmente il corpo dell’uomo nei suoi fenomeni mentali e passionali, allo stato normale e morboso. […] Noi portiamo avanti necessariamente il lavoro del fisiologo e del medico […]. Perciò facciamo il nostro ingresso nella scienza.

(E. Zola, Il romanzo sperimentale, trad. di I. Zaffagnini, Pratiche Editrice, Parma 1980)

Influenzato dalle istanze del Naturalismo fu anche il francese Guy de Maupassant (1850-1893), il cui sguardo critico sulla società francese e sugli ideali della borghesia si espresse in romanzi come Una vita (1883), Bel Ami (1885), Mont-Oriol (1887) e Pierre et Jean (1888) e in molti racconti.

Maestri del realismo francese furono anche Stendhal (1783-1842), autore de ll rosso e il nero (1830) e La certosa di Parma (1839), e Gustave Flaubert (1821-1880), di cui si ricorda il capolavoro Madame Bovary (1856).

Il realismo inglese In Inghilterra il romanzo realistico trovò come maggiore interprete Charles Dickens (1812-1870), autore di Oliver Twist (1839), David Copperfield (1849) e Tempi difficili (1854). Le sue storie sono dedicate all’indagine critica delle realtà meno agiate della società inglese sotto il regno della regina Vittoria (1837-1901), caratterizzato da un grande sviluppo industriale e dalla nascita dei primi problemi sociali.

Il Verismo in Italia L’Italia diede il proprio personale apporto al realismo con la corrente letteraria del Verismo, nata nella seconda metà dell’Ottocento. Se, infatti, in Europa l’affermazione della borghesia e lo sviluppo dell’industrializzazione avevano già raggiunto in questo periodo il loro apice, nel nostro Paese, ancora alle prese con l’aspirazione all’indipendenza e all’Unità nazionale (che sarà raggiunta solo nel 1861), cambiamenti di questo tipo erano ancora a uno stadio embrionale. Scrittrici e scrittori si fecero dunque portavoce delle condizioni di miseria degli strati più umili della società, ancora legati a un’economia di tipo arcaico. Tra i massimi esponenti del Verismo ci fu Giovanni Verga (1840-1922), che attraverso i suoi romanzi I Malavoglia (1881) e Mastro Don Gesualdo (1889) e le sue raccolte di novelle, diede voce alla Sicilia di pescatori, manovali, minatori, contadini e contadine. Verga fu uno degli autori che sperimentò il realismo nella forma breve del racconto: nella narrazione breve, infatti, l’autore poteva presentare una tranche de vie (letteralmente, una “fetta di vita”), concentrandosi su un personaggio, una situazione o una relazione in modo particolare e analizzandola in modo scientifico. Altri e altre esponenti del Verismo furono Luigi Capuana (1839-1915), Matilde Serao (1856-1927), Federico De Roberto (1861-1927) e Grazia Deledda (1871-1936).

Il realismo nel Novecento Nel XX secolo alcune delle esperienze più significative nell’ambito del realismo si verificarono negli Stati Uniti, con i romanzi di Ernest Hemingway (1899-1961) e John Steinbeck (1902-1968) e i racconti di Raymond Carver (1938-1988).

In Italia, nel secondo dopoguerra, fiorì la corrente del Neorealismo, dedicata a rappresentare senza filtri e con la massima verosimiglianza la difficile realtà delle classi popolari nel drammatico periodo successivo alla fine della Seconda guerra mondiale e le sfaccettature umane e sociali della Resistenza. Cesare Pavese (1908-1950), Elio Vittorini (1908-1966), Alberto Moravia (1907-1990), Beppe Fenoglio (1922-1963) e Italo Calvino (1923-1985) furono tra i principali letterati del Neorealismo, che si espresse soprattutto attraverso il cinema, con film e registi che conobbero una vastissima eco culturale.

La critica sociale e l’impegno civile e politico caratterizzano anche l’opera di Leonardo Sciascia (1921-1989) e Antonio Tabucchi (1943-2012).

Tra gli esponenti di forme contemporanee di realismo ci sono, infine, Edna O’Brien (1930), Alice Munro (1931), Lycia Davis (1947), Dacia Maraini (1936) e Gianrico Carofiglio (1961).

 

Cosa si intende per narrativa realistica oggi?

La letteratura realistica continua a essere molto prolifica ancora oggi. Per spiegarne il successo, è utile evidenziarne due importanti caratteristiche.

Innanzitutto, il realismo consente l’identificazione: una storia verosimile o vera, che presenta personaggi comuni, permette a chi ne fruisce di riconoscersi e di leggere nel testo i propri pensieri e le proprie emozioni. Leggere storie reali, dunque, pone chi legge in una relazione affettuosa e diretta con l’opera.

D’altro canto il realismo consente anche l’allontanamento temporaneo dalla propria realtà. Il mondo è talmente vasto e variegato che i limiti della letteratura realistica sono davvero pochi: può raccontare di luoghi lontani, di usanze sconosciute o di situazioni estranee, spesso ancora ignorate. Basti pensare alla pubblicazione di romanzi, liberamente ispirati a storie vere, relativi alla vita e alla cultura dei popoli non europei, che insieme ci fanno conoscere realtà diverse dalla nostra, da Il cacciatore di aquiloni di Khaled Hosseini (1965), che racconta della vita di un bambino afghano, a L’apicultore di Aleppo, di Christy Lefteri (1980), che narra la vicenda di una coppia siriana che cerca asilo in Inghilterra.

 


Metti bene a fuoco i concetti fondamentali del genere con il video La narrazione realistico-sociale in 4 passi, poi mettiti alla prova con il test interattivo.

Durata dell'attività: 10 minuti

Per l'insegnante: è possibile modificare il Modulo e condividerlo nelle proprie Classroom. Clicca qui per prelevare il Modulo e copiarlo nel tuo Drive >> 

 

Ti potrebbe interessare
Agenda 2030: il cambiamento climatico minaccia gli orsi polari
Agenda 2030: il cambiamento climatico minaccia gli orsi polari
La vita sconosciuta e silenziosa di studentesse e studenti stranieri
La vita sconosciuta e silenziosa di studentesse e studenti stranieri
Agenda 2030: nucleare, tra fissione e fusione
Agenda 2030: nucleare, tra fissione e fusione